Commedia all’italiana. Creata da Max Mazzotta e messa in scena da Libero Teatro. Il cinema raccontato tramite l’occhio del teatro e il teatro che si maschera da cinema.
Un’ opera camaleontica che non racconta solo lo svilupparsi di una trama cinematografica del genere Commedia che il cinema italiano ha partorito con i personaggi di Totò, di Vittorio de Sica, di Monica Vitti, di Sophia Loren, di Alberto Sordi… insomma di tutto quel filone che ha accompagnato gli italiani dagli anni ’50, ma che si sono potuti apprezzare pienamente solo con la commercializzazione del piccolo schermo.
Un genere già di per sé mutevole nel suo percorso dove il neorealismo cammina a braccettocon la commedia tradizionale e la satira, caratterizzata da una sostanziale amarezza di fondoche riflette l’evoluzione della società italiana alle prese con il boom economico di quegli anni. L’ambientazione ambita è preferibilmente quella borghese, dove i personaggi sguazzano. Calzano perfettamente: Divorzio all’italiana, I Vitelloni, Dramma della gelosia… e quanti ancora dovrebbero essere citati.
Tanto mutevole quanto l’opera rappresentata al Piccolo teatro Unical in questi giorni pre-natalizi all’interno della stagione teatrale Meridianosud e con l’anteprima andata in scena il 24 settembre con la rassegna “Teatro D’amare” a Tropea.
Il visionario regista Tommy Mix (interpretato dallo stesso Max Mazzotta) aiutato dal direttore della fotografia Renè (Matteo Lombardo) e dall’assistente alla regia Gigi (Francesco Rizzo),è disposto a qualsiasi cosa, persino perdere il lume della ragione pur di terminare il film destinato, a suo dire, agli Oscar. Per questo si servirà non solo del migliore cast di attori in commercio ma anche dei nomi più rinomati delle troupe cinematografiche esistenti. L’inizio sembra essere dei migliori, peccato che il produttore scomparirà da un momento all’altro e a ruota libera lo seguiranno tutti i professionisti, perché si sa senza cachet, un film non può essere realizzato e senza soldi chi è disposto a lavorare? Dalle difficoltà nascono le cose più belle e il disgraziato regista è disposto a tutto persino fare azzuffare le attrici pur di rendere possibile il suo sogno.
Il film in scena non a caso s’intitola “Il Riscatto” e l’attore Lello (nella vita vera Paolo Mauro) dovrà interpretare Nanni BoccaLargaanch’esso sceneggiatore in rovina che rapisce sua figlia Polly (Antonella Carchidi) dalle grinfie di suor Maria Pasqua (Alma Pisciotta) dall’orfanotrofio della città. In questa fuga disperata verranno inseguiti dai carabinieri ed aiutati dalla vicina di casa, prostituta di mestiere e donna dai sogni infranti nella vita. La Commedia all’italiana, non si palesa solo nella trama del film, ma anche all’interno delle riprese dove la decadenza perenne è alleggerita notevolmente dalla continuità comica e dal susseguirsi di battute e gag, riuscendo a strappare risate persino nei momenti più tragici e disperati.
La trama anche se lineare risulta complessa ed i rimandi cinema – teatro sono continui e su diversi fronti. Oltre a quelli visivi dove sono presenti i ciak le telecamere, il set, i video con gli spezzoni dei maggiori film che hanno rappresentato la Commedia all’italiana; si percepiscono in quelli strutturali del copione: i tempi cinematografici coincidono con le aperture e chiusure dei cambi di scena teatrali, e si può notare persino nello stato emotivo dei personaggi: gli inciuci amorosi, i sogni di grandezza e i limiti degli attori e di tutti i componenti. L’ordine temporale sembra essere rispettato ed ogni scena è a sé uniti però da un filo presente e forte che perdura per tutto lo spettacolo, da renderlo fluido e armonico. Si tratta quindi di un’opera completa da vedere e rivedere per coglierne la completezza.
Bisognerà riguardare la lunghezza, sintetizzando le parti più ai margini ai fini della storia, esaltandone i punti di forza, ormai chiari in mente a tutto il cast.
Non ci resta che attendere, dunque, la versione 3.0, come anticipano dal Libero Teatro.
la foto di coperina è di pietro scarcello