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Dove la trovi una voce come quella di Dolores O’Riordan?

I fan non trovano pace dopo la morte della cantante: per alcuni di loro era tutto ciò che rappresentavano gli anni Novanta

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Dolores O'Riordan - musica

Dolores O’Riordan aveva una voce di quelle che appena le senti ti viene voglia di noleggiare una jeep e guidare a velocità crociera lungo la costa irlandese. Aveva… o ha? Io non lo so quale sia la forma verbale più corretta da usare. Non so se sia etimologicamente corretto parlare al presente di qualcuno che non c’è più. So, però, che quella di Dolores è una voce della quale mai nessuno riuscirà a parlare al passato. È immortale. E sono certa che anche se lei, appena 46enne, ha lasciato questa terra, la sua voce no, non lo farà mai per davvero. Dolores è Dolores, diciamocelo. E non perché i Cranberries siano il mio gruppo preferito ma perché, sul serio, dove la peschi più una voce come quella? Ci sono andata vicino così a sentirla dal vivo. Era la primavera scorsa quando ho scoperto che la band sarebbe volata in Italia per il suo nuovo tour. Nel giro di dieci minuti avevo già comprato due biglietti di tribuna mediana per il concerto del 26 giugno al Parco della Musica di Roma.

Ho fatto il conto alla rovescia dei mesi, dei giorni, delle ore. A meno di tre settimane dall’appuntamento ho scoperto che non ci sarei potuta andare perché ero di turno a lavoro. Ho pianto e mi sono disperata. Poi ho venduto, seppur a malincuore, i biglietti. Alla fine me ne sono fatta una ragione. Quando ho scoperto che il tour era stato annullato non posso negare di aver tirato un sospiro di sollievo. Ho pensato che fortunatamente non mi sarei persa niente e che tanto ne avevo di tempo per andarli a vedere un’altra volta. Mai avrei potuto immaginare che non solo mi sbagliavo, ma che addirittura da lì a poco un amico e collega mi avrebbe chiesto di scrivere qualcosa a proposito della sua morte. Dolores è morta. Devo ripeterlo ad alta voce ogni tanto, se no non ci credo. Dolores era come Beverly Hills. Come i walkman e le musicassette. Come Barbie Gira la moda. Come il Crystal Ball. Come il Dolce Forno, come la PlayStation 1 e come il Cioè che ogni settimana correvi a prendere in edicola. Dolores era gli anni Novanta. È la mia infanzia e la mia adolescenza, l’attesa di Mtv Top 20 e Total Request Live. I cd comprati con la paghetta di mamma e papà e i testi dei Cranberries stampati all’interno del libretto, che mica te li potevi scaricare da Angolo Testi. Dolores, Dolores, ma che ci hai combinato? Stavi pure incidendo una nuova versione della mia Linger e che fai, tu te ne vai dietro le quinte senza neppure avvertirci? No, non va bene. E non ti dirò nulla del tipo «ora va e insegna agli angeli come si cantano Zombie, Dreams, ecc. ecc.». Non te lo dico non perché sarebbe orribilmente banale ma perché, non me ne vogliano gli angeli, neppure loro riuscirebbero a cantare come facevi – fai, pardon – tu.
Ciao Dolores.

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31 anni e un sacco di sogni. Dopo due lustri nei giornali si è rimessa a studiare Scienze dell'educazione