Sono passati ben otto anni dall’ultimo brano inedito pubblicato da Bob Dylan (l’album Tempest del 2012), premio Nobel per la letteratura dall’influenza unica nel mondo della musica.
Il ritorno dell’artista statunitense porta il titolo di Murders Most Foul, un brano della durata di circa 17 minuti in cui Dylan comincia raccontando l’uccisione di Jhon F. Kennedy avvenuta il 22 novembre 1963.
Murders Most Foul risulta essere il brano più lungo nel repertorio di Bob Dylan: Highlands da Time Out of Mind del 1997, opera maestra di Daniel Lanois, dura 16 minuti e 31 secondi.
Se in Tempest Bob Dylan chiuse con Roll on, in cui raccontava degli ultimi momenti di vita di John Lennon, in Murders Most Foul apre con una delle pagine più tristi della storia americana: l’uccisione del trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America.
Un piano, un violino e i piatti della batteria armoniosamente legati accompagnano la voce dell’artista, che talvolta si spezza in un pianto, come se fosse senza vigore. Nick Cave pare sia fortemente influenzato dallo stile dylaniano che ha una potente forza evocativa.
Il racconto continua nella presentazione degli anni 60, di cui Dylan è stato un indiscusso protagonista. E le citazioni sono numerose: l’arrivo dei Beatles, Woodstock, la Summer of Love e il brano Tommy Can You Hear Me degli Who, una pagina buia degli anni 60 che canta Tommy, mi puoi sentire? Sono la Regina dell’Acido, e poi sussurra cavalco in una lunga, nera limousine, cavalco sul sedile posteriore accanto a mia moglie, andando dritto verso l’aldilà, mi chino a sinistra e ho la testa sul suo grembo.
Sul finire del brano Bob Dylan ripresenta i nomi delle icone di quegli anni e dei loro brani più famosi, indicando specifici destinatari come se i brani fosse stati scritti per loro.
Il trasporto emotivo a questo punto del brano è forte per chi come me non ha vissuto quegli anni, probabilmente perché artisti come Etta James, Jhon Lee Hooker, Glen Frey, Nat King Cole sono presentati come leggende nel mondo della musica, e noi non possiamo che crederci.
Questo è un brano che piacerà ai più, una luce nella violenta tempesta che l’intero mondo si trova a vivere. E a noi non resta che chiudere gli occhi e, in silenzio, ascoltare.