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Fabrizio Dori descrive un Dio Vagabondo

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Fabrizio Dori - dio vagabondo - oblomov edizioni - fumetto - colpoditosse.com

Il Dio Vagabondo di Fabrizio Dori è un cartonato rigido di circa 150 pagine. Finito di stampare nel 2018, io l’ho conosciuto e acquistato allo stand della Oblomov al Napoli Comicon dell’anno scorso.

Chiunque sia appassionato di arte, aspirante e fruitore non può lasciarselo scappare. Perché?

Partiamo dai colori: meravigliosi. Un continuo e costante gioco di contrasti caldo-freddi, supportato da un disegno sapiente che non va a togliere percezione anatomica e di prospettiva, ma che semplifica per propensione. Le regole tecniche le conosce bene e le ha seguite tutte.

Il gioco dei contrasti di cui parlavo prima non è il semplice accostamento del rosso col verde ad esempio, è il richiamo costante ai diversi periodi storici della storia dell’arte: troveremo del post impressionismo, espressionismo tedesco, un poco di pop art, ed io vedo anche quel tocco di arte naif. Nel libro compare anche la figura di Van Gogh.

dori dio vagabondo copertina

Fabrizio Dori è un’autore che rivolge molto l’attenzione al mondo dell’arte, già nel 2016 aveva pubblicato con la Tunuè Gauguin l’altro mondo.

Ma se non è il disegno – che da solo ha conquistato un posticino nel mio cuore, mi fermo sulle pagine per godere della bellezza del segno- a ritenere bella questa graphic novel lo sarà certamente la narrazione.

La storia è quella di un satiro di Dioniso, che a causa di una freccia maledetta lanciata da Artemide, ha perso la strada e non riesce a trovare più i suoi compagni di viaggio, li cerca ormai da secoli: Strane voci correvano per tutta la Grecia. Si diceva che il tempo degli dei fosse giunto al tramonto. Si diceva che un nuovo Dio li avesse sostituiti.

Dopo il fortuito incontro con una divinità indovina, il satiro Eustis, dovrà mettersi in cammino per poter rimediare alla maledizione subita e ritornare a ricoprire il suo ruolo primario, ritornare al suo posto nell’eternità.

Un fumetto costellato di miti e leggende, di Dei, satiri, ninfe, indovini e mortali. Mortali confusi e segmentati, anche quelli più eruditi. Perché se ogni divinità sa qual è il suo posto al mondo, nonostante si sia stato maledetto, o sia stato dimenticato, o ucciso, o abbia perso la strada, il ruolo del mortale è e sarà la ricerca del proprio scopo, la risposta ai perché della vita, scopo che rimane lo stesso per ogni uomo: che sia un professore di lettere o una prostituta di basso borgo.

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Spinosa come il cactus, di origini calabresi, vaga tra l'Italia e la Spagna in cerca di fortuna e si sa che la Fortuna aiuta gli audaci... che lo sia oppure no, non so dirvi, ma quello che è certo è la passione per il disegno e per le Arti in generale.