In questi giorni di Coronavirus e di noia sono due i trend topic delle conversazioni social: Michela Murgia e La Casa di carta. E cosa hanno in comune questi due trend topic? L’ignaro Franco Battiato. Il maestro siciliano, che già di suo è sempre stato un personaggio riservato, magari si starà facendo una risata di tutto ciò; magari se ne fregherà altamente o, magari ancora, non è interessato al fatto che si parli di lui. Ma questa non è una riflessione sull’arte di Franco Battiato (che poi chi non la capisce saranno problemi suoi, eh). Questa vuole essere un’analisi di ciò che è avvenuto quando la scrittrice Michela Murgia ha criticato il maestro durante una videochat con Chiara Valerio per la rubrica “Buon vicinato”.

La Murgia, come è ormai ben noto, ha detto: «Franco Battiato è considerato un autore intellettuale. E invece, tu ti vai a fare le analisi dei suoi testi e sono delle minchiate assolute, citazioni su citazioni e nessuno significato reale. Togli due testi, forse, e il resto». Poi, soffocata dalle proteste dei fan di Battiato, è stata costretta a fare un passo indietro dicendo che la sua era solo ironia perché, nella rubrica, quel giorno le è toccato fare la parte della cattiva ecc… ecc… ecc…
Che la retromarcia della Murgia sia simile ad un gattino che cerca di arrampicarsi su un vetro sembra quasi palese. Sembra quasi che la scrittrice abbia fatto il primo vero tonfo nella popolarità del suo pubblico tanto da essere presa d’assalto sui social (ma nulla che giustifichi l’odio verbale che qualcuno ha pensato di vomitarle contro andando ben oltre i parametri civili del dissenso). Ma perché Michela Murgia ha fatto tutto questo? Delirio di onnipotenza? Una convinzione così radicata nei confronti di Battiato tanto da non poterla proprio trattenere e farla esplodere in quel modo? In questo contesto avanziamo un’altra ipotesi: e se la Murgia avesse voluto cavalcare un trend topic che le è sfuggito da sotto il sedere come un cavallo imbizzarrito?
Fra il Coronavirus e il caso Murgia-Battiato vi ricordate di cosa parlavamo? Il nostro argomento principe era la quarta stagione, su Netflix, de La Casa di carta. E cosa c’è rimasto più impresso di questa quarta stagione? Il matrimonio di Berlino nei ricordi del Professore. E cosa succede al matrimonio del compianto e amato dal pubblico Berlino che avviene nel monastero toscano? Si canta e si balla. Sì – direbbe il Professor Sergio Marquina ai suoi alunni – ma cosa? Tozzi e Battiato. E “sparare” contro Umberto Tozzi sarebbe stato facile come infilare un colpo in testa ad Arturo.
E allora? Allora meglio mozzare il fiato e sparare su Nairobi alias Franco Battiato perché nessuno se lo aspetta. Insomma, il dubbio è che l’intelligente Michele Murgia abbia fatto come Gandia con l’amato personaggio di Nairobi, lasciando il pubblico con un groppo in gola pronto a gridare «No, questo no!». Ecco, in un mondo annoiato e impaurito dal Coronavirus sembra che la Murgia abbia fatto come il Professore non tenendo conto, però, che mettere nel mirino Franco Battiato è come fare una rapina mozzafiato senza valutare che, all’improvviso, possa arrivare un inaspettato ispettore Alicia Sierra: i fan del maestro.