All’interno del complesso monumentale di S. Agostino, nel chiostro cinquecentesco, sede del Museo dei Brettii e degli Enotri, giorno 16 luglio si è svolta la presentazione del primo libro che parla dell’esperienza della Dad, acronimo coniato per fare riferimento alla didattica a distanza, con cui docenti, studenti e famiglie si sono dovuti confrontare in questi mesi di lockdown.
Un Registro (s)connesso ovvero ecco la Dad
Nel rispetto delle regole di distanziamento questa serata è stata la prima in presenza dopo mesi di chiusura di tutte le attività pubbliche.
Così afferma Maria Cerzoso, direttrice del Museo che ospita la presentazione, tenendoci a ricordare il ruolo centrale nella vita culturale cittadina del Museo come agenzia educativa che si rivolge a tutti e che nei mesi di crisi sanitaria ha dovuto creare, come la scuola, il luogo di interazione con il pubblico in uno spazio virtuale.
Il Museo dei Brettii e degli Enotri è legato fortemente al libro Registro (s)connesso sia per le tematiche trattate, collocandosi anche esso appunto fra le agenzie educative che sono rimaste presenti, sebbene virtualmente, nella vita dei cittadini con l’intento di non venir meno alla propria missione di testimoniare la bellezza e l’importanza del nostro patrimonio culturale e contribuire alla formazione di una cittadinanza attenta alla sua tutela e sia perché il libro è edito da Dignità del lavoro cooperativa sociale che gestisce il bookshop del museo.
Sottolineando la valenza sociale delle attività della Cooperativa la Cerzoso fa riferimento anche all’importanza di questa scelta compiuta da chi ha voluto e curato l’esistenza di questo libro.
Un Registro (s)connesso per raccontare pregi e difetti della scuola
Registro (s)connesso Riflessioni sulla didattica a distanza è un percorso di riflessioni voluto e curato da Alessandro Sebastiano Citro, Giorgio Marcello e Andrea Bevacqua.
La chiacchierata, moderata dal giornalista Francesco Cangemi, prosegue con le parole di uno dei curatori del libro Alessandro Citro e poi con i vari interventi di chi le riflessioni sulla Dad è stato chiamato a scriverle nero su bianco e ce le ha raccontate in questa serata di luglio.
Alessandro Citro sottolinea la caratteristica di progetto collettivo del libro.
L’idea di un Registro (s)connesso
L’idea nasce dopo un mese dalla chiusura delle scuole per il bisogno di scrivere di questa esperienza, pensieri stranianti che dovevano cercare riposo nella scrittura.
Sono chiamati a farlo dirigenti, docenti, educatori, studenti. I curatori in questi mesi hanno raccolto le riflessioni e le hanno collocate nella dimensione di libro.
Questo libro ha una valenza sociale poiché affronta fra le altre cose necessariamente il tema della mancanza di equità sociale che emerge prepotentemente durante la Dad.
Dunque la differenza fra studenti che hanno i mezzi per partecipare alle attività e studenti che non li hanno. La riflessione cade pure sulla priorità della scuola nell’agenda politica, ora bisognerebbe far di tutto per ritornare in classe. Il libro si connota dunque anche come riflessione critica sulla società e sulla centralità della scuola nel contesto sociale.
Parola a prof e dirigenti scolastici
Gli interventi si susseguono, tutti diversi, a volte intimi, seguendo con attenzione i racconti dei docenti sembra a volte di entrare nelle loro case, nella difficoltà a conciliare gestione familiare ed esigenze lavorative, e poi anche nelle case degli studenti, una didattica virtuale che ha aperto a tutti la sensazione probabilmente di entrare con un piede in casa altrui, nella quotidianità più intima dell’altro.
Il dirigente scolastico Massimo Ciglio afferma che i docenti ci sono stati, si sono messi in contatto con tutti gli studenti e hanno tentato di non lasciare indietro nessuno sebbene l’esperienza sia stata drammatica. L’esperienza è stata drammatica ma anche significativa.
Alla domanda del moderatore “E cosa accade adesso?” il dirigente risponde parlando dell’importanza di dare qualità alla scuola, una scuola che deve essere al centro dell’attenzione sociale e politica.
Parla di una città come luogo educante e della capacità dei cittadini di orientare d’ora in avanti diversamente le scelte che riguardano tutti, andare verso la costante ricerca di una qualità dei sevizi e verso la capacità di collaborare e convivere.
Questo è il momento di rivedere i nostri canoni culturali e fare una battaglia culturale contro l’egemonia dell’individualismo perché finalmente cittadini, movimenti, coscienze, a partire da questo momento di cambiamento, muovano verso il bene comune.
Anche la dirigente Rosita Paradiso parla di una scuola che si è messa molto in discussione e sulla ripartenza della scuola da un punto di vista pragmatico ci spiega come si potrà ricominciare, sicuramente non si abbandonerà del tutto la Dad, almeno per i primi mesi.
Le criticità della didattica a distanza
Altri interventi spostano l’attenzione sulle criticità della didattica a distanza, sui limiti di una didattica che può trasmettere informazioni ma certamente non formare in nessun modo. Il prof. Giovanni Scavello, docente di informatica e responsabile del progetto grafico del libro, parla dell’informatica come di una questione di cultura e non solo di tecnologia, lamentando la mancanza di una educazione alla complessità dell’informatica.
Durante la Dad si sono visti chiaramente anche i limiti nell’approccio alle tecnologie informatiche dovuti a volte alla scarsa conoscenza dei mezzi ma anche appunto alla carenza di elementi di cultura digitale nella scuola, una cultura digitale di cui ci si può riappropriare ripartendo dai contenuti.
Registro (s)connesso anche per le famiglie
L’ultimo intervento apre un altro spaccato, a parlare è Francesca Volpintesta educatrice nell’associazione San Pancrazio di cui coordina le attività.
La Volpintesta parla come mamma e colpisce la sua affermazione sulla sua bimba che l’anno prossimo indosserà il fiocco rosa della seconda elementare pur non avendo realmente finito la prima.
La riflessione cade anche sui più piccoli, forse quelli più penalizzati, meno autonomi, impauriti a volte dall’ambiente virtuale, che di solito imparano soprattutto attraverso l’esperienza che è necessariamente in presenza.
La Dad non è “vera” scuola
La lunga discussione e il confronto fra gli interlocutori della chiacchierata sulla Dad porta ad una conclusione che sembra essere condivisa da tutti i presenti: la Dad è la risposta ad una situazione d’emergenza ma non è scuola. La scuola è nelle aule, è nella vita, negli sguardi, nell’interazione.
Il ritorno alla classe
In tutti gli interventi si legge il rimpianto della dimensione della classe, anche da parte degli studenti, anche di quelli che non studiano perché la scuola è esperienza di vita oltre che incontro con la cultura.
Dunque Registro (s)connesso, il cui titolo nasce da un’idea di Massimiliano Orrico, è probabilmente un libro necessario che non giunge a conclusioni ma apre la strada alla riflessione, e durante questa presentazione-dibattito emerge la complessità del fenomeno.
Alessandro Citro chiuderà gli interventi augurandosi che queste riflessioni arrivino al Ministero perché non ci sia frattura fra chi la scuola la vive e la fa e chi se ne occupa a livello politico.
Giulia Biondino