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Ambra e Gaber si incontrano al Piccolo Teatro di Milano

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ambra angiolini gaber - teatro

È uno sguardo commosso ed emozionato quello che accompagna Ambra Angiolini all’ingresso del Piccolo Teatro di Milano. Uno sguardo che porta con sé la miriade di sguardi di tutte le maestranze che operano nel mondo della cultura e dell’arte e che da un anno, a causa dell’emergenza coronavirus, sono rimaste a casa.

Ambra incontra Gaber

Siamo a Milano, in un teatro vuoto, per la registrazione dell’incontro-spettacolo organizzato dalla Fondazione Giorgio Gaber per Milano per Gaber 2021. E nonostante l’esilio forzato da tutti i luoghi della cultura, la gente d’Arte ha continuato a muoversi – e non solo per manifestare i loro diritti troppo spesso dimenticati – a reinventarsi, a pensare nuove strade percorribili, a tracciare nuove traiettorie in vista del ritorno alla vita post covid.

Di questo fermento brulicante, nato nel caldo delle nostre case a dispetto della paura del contagio, ne è testimone, inconsapevole, proprio la nostra Ambra che in modalità multitasking e solo come una donna sa fare, tra dirette sui social, raccolte fondi per le famiglie ridotte al lastrico dalla pandemia, organizzazione concerto del 1° maggio, promozione primo romanzo, battaglie per la creazione di una legge che curi e tuteli chi è affetto da Dca e in ultimo, ma non per ultimo, il mestiere di mamma, è riuscita anche a pensare di riportare il grande Giorgio Gaber a teatro.

Si realizza il sogno di Ambra Angiolini

Un sogno che si realizza per l’attrice romana di nascita e bresciana d’adozione, perché loro, Ambra e Gaber, hanno molto in comune, entrambe le loro carriere “nascono da un disagio” e perché come lei dichiara: “da questi testi, da quei monologhi, da quel teatro canzone, per me quello che viene fuori tantissimo è quello che io condivido, cioè quello che penso, quello che mi fanno sentire certe cose, certe frasi e quanto io le senta davvero vicine”.

E dunque, Ambra sogna, incontra e, oggi, si prepara, grazie anche al regista Giorgio Gaglione, a dare voce a Gaber, in attesa che quel “l’uomo sulla luna (il Teatro) che non ti aspetti, poi lì accada”.
Sì, perché il teatro accade, e accade sempre e sempre in forma diversa nell’hic et nunc di ogni replica.

È uno scambio di emozioni, di vissuti ma anche di indifferenza, silenzioso e democratico quello che avviene tra il pubblico e gli attori quando le luci si spengono e il sipario si apre. È un atto di fiducia puro, una scelta. Un rito magico, molto spesso catartico che annulla il pronome Io costituendo sempre un Noi.

In scena anche Paolo Del Bon

In questo incontro-spettacolo il teatro, come già detto, è vuoto, il pubblico non c’è, Ambra e Paolo Del Bon, curatore e presentatore del festival, sono seduti sul palco, e con le spalle alla platea sembrano voler rompere quella quarta parete stanislavskijana che solitamente separa la platea dal palco, quasi a sottolineare l’urgenza di ritornare ad abitare, attori e spettatori insieme, questo luogo.

È un incontro delicato, uno scambio di opinioni e performance sull’arte e sulla persona di Gaber, sul significato di fare teatro.
E quando Ambra svela, quasi subito a dire il vero, la preparazione con Gaglione dello spettacolo su Gaber, tutto acquista una luce nuova, quella della speranza, la speranza di poter tornare presto a emozionarci dal vivo in quello strano luogo chiamato teatro.

A noi non resta che godere di questo incontro-spettacolo sul canale youtube della Fondazione Giorgio Gaber in attesa di poterlo vedere a teatro, e di fare un grosso in bocca al lupo ad Ambra, a Gaglione, alla Fondazione Giorgio Gaber e a tutto il mondo dello spettacolo.

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